pope

biografia

1984/85 - Pagine di Colore Dopo i numerosi contatti con gli ambienti artistici milanesi e con gli esponenti del gruppo Pittura-Pittura, Pope sente la necessità di velare le superfici, fino a farle diventare ricordo, che piano piano sfuma nella mente fino quasi ad azzerarsi, è un momento di ripensamento della pittura. Rompe così con tutto il suo passato e la copertura monocromatica è il presagio di un totale cambiamento del proprio precedere.

1986/88 - Dialogando Se le velature hanno presentato la chiusura di un ciclo, le opere di questi due anni sono una riflessione su se stesso, sulle proprie capacità di artista, ma soprattutto una meditazione sulla propria storia di artista e di pittore. I quadri di questo capitolo sono caratterizzati da una nuova vitalità. Tutta l’esperienza, acquisita in vent’anni di lavoro e di ricerca, sembra calare tutta insieme, e ancora disordinatamente, sulla tela, ma nel contempo, incomincia un’operazione di selezione e di consolidamento di alcuni elementi linguistici particolari.

1989/92 - Corpi Cromatici e Suoni della Superficie Della somma delle esperienze rimangono alcuni temi linguisticoespressivi particolari: la superficie, il colore e la forma. Pope, in quest’ultimo ciclo ritorna alla pura e mediata azione pittorica, vi si legge un rimando all’energia del segno, alla composizione della superficie, alla costruzione, con strumenti spesso diversi come il colore, la materia. È il momento della maturità, dove l’artista sa razionalizzare la sua conoscenza di pittore con l’abilità d’artista, acquisita con l’esperienza e la continuità del fare pittura.

1993/95 - Bande Cromatiche Le opere che caratterizzano quest’ultimo periodo sono un po’ la conseguenza del modo di procedere artistico di Pope. Le forme seguono la logica che porta dal complesso al semplice. Molti degli elementi che caratterizzavano le forme, spesso articolate, delle opere precedenti, abbandonano temporaneamente o in parte la tela, per trasformarsi in piccoli ricordi o semplici memorie.
Il complesso si fa semplice e le ampie forme e le relative campiture si contraggono e diventano più elementari. Le linee tendono essenzialmente a seguire la perpendicolarità verticale o orizzontale. Anche la materia si riduce per abbandonare l’idea di velatura e farsi semplicemente stesura, non di un colore, ma di due neutri: il bianco e il nero. L’acromaticità non esclude le esperienze strettamente pittoriche, ma riapre un breve riferimento alle teorie della percezione sperimentale negli anni passati, ma il ruolo di protagonista è ancora una volta recitato dalla pura forza del dipingere.

1995/2002 - Il tempo della pittura La sua più recente ricerca si articola proprio sulla superficie, un luogo sul quale l’azione del dipingere trova il più ampio movimento.
L’impianto pittorico appare segnato da due elementi: l’illusorietà del colore, con le sue false profondità e piani percettivi, e la dinamicità del segno unita ad una ricercatezza sotto l’aspetto formale. Il colore si rende protagonista, dando così all’opera un maggior senso di lievità e di forza espressiva. Accanto a quest’impostazione la luce si fa elemento determinante e progressivo perchè rincorre l’energia della pennellata.

2002/2008 - Cromatologie La ricerca pittorica di Pope, fin dal 2001, si indirizza verso una nuova interpretazione della luce. È un ulteriore esercizio della pittura che lo porta a sperimentare altre espressività e a guardare con maggiore attenzione al “fare pittura”. Il suo interesse dunque viene rivolto con maggior riflessione e considerazione al colore come diffusore della luce. Non si tratta però di un’evoluzione che intende avvalersi di altri linguaggi, anzi questo nuovo periodo si può configurare come un ampliamento delle potenzialità espressive del suo passato pittorico; infatti, la ricerca di Pope muove da una pittura - già sperimentata e fatta propria - intesa quale invenzione di forme attraverso un “gesto controllato”, per approfondirne un’altra che ha per finalità la realizzazione di forme colorate. Si assiste, in quest’ultimo quinquennio, ad un’attenzione maggiore per la forma esplicata nei vari cromatismi cui la stessa forma rimanda.

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