“Guardate lo zero e vedrete niente; guardate attraverso lo zero, e vedrete il mondo.”
Robert Kaplan
[…] Personalmente ritengo che il processo di astrazione, nel caso di Pope; è solo, in parte, annullamento dell’immagine reale, perché egli crea ugualmente una pagina di diario quotidiano di forme e colori che corrispondono alla realtà cosmica, parlerei più di forme colorate in divenire, idealizzate, che si ispirano al mondo reale. Ci si chiede che cosa ha a fare lo zero con l’arte di Pope?
La risposta è semplice e la citazione di Kaplan coincide con il “suo fare” e come dice l’artista: “lo azzero tutto e poi costruisco, faccio l’operazione inversa di Malevic, che era partito dall’immagine e poi era arrivato ad azzerare la stessa.” Pope parte da un percorso mentalevisivo, inverso a quello del fondatore del Suprematismo, animato dal suo grande amore di dare ordine non solo alla sua concezione artistica ed estetica, ma anche alla sua filosofia di vita.
In un incontro con l’artista, ho chiesto il perché di tanta passione verso ciò che è perfetto, una perfezione apollinea, e la risposta va ricercata nella sua fede tenace, che lo ha accompagnato fin dall’infanzia; infatti diceva a se stesso “lo sono la geometria”. Aveva già dentro di sè quello che sarebbe stato il germe del suo pensiero artistico e quindi il progetto di creare il suo personale “mandala dinamico”: simboli di energie pure con frequenze luminose e, negli ultimi lavori, molto gioiose.
Infatti le sue prime forme geometriche sembrano galleggiare in uno spazio apparentemente caotico, carte su cui l’artista traccia in modo ancora informale la strada da percorrere. Tra gli anni ‘60 e ‘70, elabora varie strutture gestaltiche che rivelano lo studio di un gioco percettivo, in certi casi pop-optical, come molto suggestivo è il racconto “Il volo del calabrone”, dove l’immagine si di spiega attraverso una variazione colorata di triangoli […].
Dalla costruzione razionale dello strutturalismo alla riaffermazione della pittura con i cicli “Per pura pittura”, “Pagine di colore”, “corpi cromatici”, l’artista ha consapevolmente cantato e denunciato i valori propri del linguaggio pittorico, espressione di un pensiero in cui l’abilità della manualità pittorica rivela una sensibilità innata e raffinata, a tal punto che tutta la tela,sia nel retro, sia nei contorni diventa un’opera d’arte, affine alle ricerche parigine -Support-Surface. Diceva il pittore Itten nel suo saggio “Arte del colore”: chi vuole essere maestro del colore deve vedere, sentire e vivere ogni singolo colore e le sue infinite combinazioni con tutti gli altri colori.”
Infatti per capire l’arte di Pope dobbiamo conoscere gli studi dei grandi maestri del passato: la perfezione di Piero della Francesca, data dai colori puri e dai contorni nitidi e in armonia con i complementari, la proiezione prospettica delle forme dalle teorie cubiste di Cezanne. I minimali fasci di luce che interrompono la regolarità delle forme hanno il sapore delle antiche tele del Rinascimento, quando l’artista per scaldare l’immagine interveniva con qualche puntino di rosso invisibile ad occhio nudo. “Ilacerti”, come sono stati definiti, in molte opere, sono delicate pennellate che fanno scoprire ciò che sta sotto e permettono all’occhio di divagare in modo sognante, oltre il campo ottico.
Il pittore Pope sovrappone, con certosina pazienza e rigore, piani pittorici, interviene con sabbie e dorature che rendono l’opera architettonica, non toglie come lo scultore, ma aggiunge alla base azzerata. Egli vuole usare una prospettiva che non sia solo pittorica ma che abbia in se le regole di piu linguaggi artistici che rientrano nella tradizione classica.
[…] Di tanto in tanto, alcune vibrazioni incantate della natura aleggiano, liricamente, nella circolarità della luce bianca dell’Universo, un sussurro impercettibile, come nel quadro “Ali di farfalla bussano al cielo”.
Un senso di purezza mistica pervade e fa dimenticare il periodo in cui Pope incatenava i colori neri: croci, sofferenze del sentire e di quando ci appare il buio di una notte anche di giorno, e l’animo sembra sconfinare e confondersi per ritrovare il fuoco della vita, come dice l’artista in una sua bellissima poesia “Ho visto dei rossi spegnersi nel blu! Ho anche visto dei rossi che non avevano paura del Tramonto.”